Biodiesel e recupero oli esausti: il ruolo del CONOE
Il CONOE (Consorzio Nazionale di raccolta e trattamento degli Oli e dei grassi vegetali ed animali Esausti) è il consorzio di riferimento per gli operatori delle filiere produttive che prevedono l’utilizzo di grassi e oli vegetali e animali.
Istituito nel 1997 col “Decreto Ronchi” (art. 47 D.Lgs. 22/1997) e in seguito confermato nel Codice dell’Ambiente (D.Lgs. 156/2006), opera dal 2001 occupandosi di organizzare i procedimenti di gestione, raccolta e corretto smaltimento degli oli esausti, in ottica di tutela ambientale.
Si tratta di un organo di rilevante importanza, data la quantità di olii utilizzati nel nostro paese (basti pensare a quanti piatti fritti consumiamo) e soprattutto la difficoltà nel corretto smaltimento di questi prodotti, con un alto potenziale inquinante.
Al CONOE partecipano un numero elevato di soggetti, tra cui imprese che producono oli vegetali e animali esausti, le imprese che effettuano opere di raccolta e stoccaggio di tali oli e imprese che si occupano della rigenerazione degli stessi.
In totale, in rappresentanza di queste categorie di operatori, il “Sistema CONOE” conta la partecipazione di 18 Associazioni di categoria (tra queste, ad esempio, Confagricoltura e Confartigianato).
Il funzionamento
L’adesione al CONOE è obbligatoria: la mancata adesione comporta una sanzione amministrativa (da un minimo di 8.000 euro ad un massimo di 45.000 euro).
L’art. 233, c. 5 stabilisce che l’obbligo è imposto alle imprese che producono, importano o detengono oli esausti, alle imprese che riciclano e recuperano gli stessi oli e grassi, alle imprese che ne effettuano la raccolta e lo stoccaggio, ed eventualmente alle imprese che abbiano versato il Contributo Ambientale (ossia i produttori di oli destinati a diventare rifiuto).
Le imprese possono adempiere all’obbligo di iscrizione tramite le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative, le quali aderiscono al “Sistema CONOE” in nome delle imprese. L’adesione non comporta alcun costo: il Contributo Ambientale è richiesto solo per i produttori e importatori di oli destinati a diventare rifiuto, in ragione della tipologia e della quantità dei prodotti, in ottemperanza del principio generale dell’art. 191 TFUE per cui “chi inquina paga”.
Il ruolo e le funzioni del CONOE: la rigenerazione degli oli e la produzione di biodiesel
Nello specifico, il CONOE svolge i seguenti compiti, espressi al comma 3 dell’art. 233 del Codice dell’Ambiente:
a) assicura la raccolta, lo stoccaggio, il trattamento e il recupero degli oli e dei grassi esausti;
b) assicura lo smaltimento degli olii nel rispetto delle disposizioni in materia di inquinamento laddove non fosse possibile o conveniente il recupero degli oli;
c) promuove lo svolgimento di indagini di mercato finalizzate al miglioramento del ciclo di raccolta e recupero degli olii.
Gli oli vegetali usati possono essere recuperati in molteplici processi e applicazioni. Questi possono essere utilizzati come sorgente di energia rinnovabile in impianti di co-generazione; possono essere trasformati in biolubrificanti adatti all’utilizzo in macchine agricole o nautiche, nonché a prodotti per la cosmesi, saponi industriali, inchiostri, grassi per la concia, cere per auto.
Negli ultimi anni il principale mercato di sbocco per il recupero di questo rifiuto ha riguardato principalmente la produzione di biodiesel: un combustibile vegetale non tossico e completamente biodegradabile, che può essere utilizzato in sostituzione o miscelazione di carburanti di origine fossile, riducendo il contributo di emissioni di CO2 nel settore dei trasporti e, di conseguenza, i costi per l’acquisto del carburante.
Nel Sistema CONOE circa il 90% degli oli vegetali esausti viene avviato a produzione di biodiesel. L’effetto positivo di questa operazione di recupero si riflette a cascata su diversi piani: in primo luogo si evita la dispersione nell’ambiente di agenti fortemente inquinanti, prevenendo quindi danni ambientali e alla salute delle persone; inoltre, assieme alla crescita dell’economia circolare, promuove anche la transizione verso una economia a basse emissioni, sia come produzione di fonti rinnovabili sia come riduzione netta delle emissioni di gas serra, fattore oggi ancora più importante dopo lo storico accordo globale sul clima siglato a Parigi.
Secondo lo stesso CONOE, se tutti gli olii vegetali esausti generati in Italia fossero recuperati come biodiesel, si otterrebbe un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 75 milioni di euro.
Non tutti gli olii infatti sono obbligatoriamente conferiti dagli aderenti al CONOE: il comma 12 permette infatti la vendita degli olii esausti ad imprese di altri Stati membri della UE.
Inoltre, a fine 2017, il CONOE ha firmato un accordo di collaborazione con Eni e Utilitalia (Federazione delle imprese energetiche idriche e ambientali di proprietà pubblica) per incrementare la raccolta degli oli vegetali esausti prodotti dalle utenze domestiche dei dipendenti della società.
Questo avverrà presso gli headquarters, le sedi operative e gli stabilimenti produttivi di Eni.
L’accordo permetterà a Eni, a partire dall’inizio del 2018, di siglare, con le diverse aziende di raccolta e gestione dei rifiuti che operano nelle città dove la società è presente, accordi specifici per l’installazione e gestione di sistemi di recupero degli oli.
Alle aziende affiliate al CONOE sarà affidato il compito di raccogliere e trattare il rifiuto affinché possa essere inviato alla bio-raffineria di Venezia per la successiva trasformazione in HVO, componente bio del gasolio premium Eni Diesel +.
Questo è un ulteriore ambito di impegno per un futuro di energia sostenibile, e rappresenta il primo passo compiuto da Eni a supporto delle attività svolte dal CONOE e dalle aziende associate ad Utilitalia, che sarà seguito da progetti specifici di recupero sistematico degli oli alimentari esausti, in particolare dalle utenze domestiche, in molte città italiane.
Il recupero degli oli alimentari usati permetterà di ridurre sensibilmente l’impatto sui sistemi di depurazione delle acque con benefici ambientali ed economici non indifferenti per i Comuni che intenderanno sostenerla.
Inoltre, gli oli usati così recuperati saranno trasformati da Eni in gasolio tramite la bioraffineria di Venezia, primo esempio al mondo di conversione di una raffineria convenzionale in bioraffineria, cioè in grado di trasformare materie prime di origine biologica in biocarburanti di alta qualità.
In conclusione, il CONOE si dimostra un key-player nel necessario processo di transizione verso un’economia a basso impatto ambientale, che tuteli l’ambiente e la salute delle persone, adottando e promuovendo il concetto mai attuale come in questo momento del rifiuto visto come vera e propria risorsa da cui generare nuova ricchezza.